Spigolature marchigiane (13)

Un mare di anfore…

al Museo delle anfore di San Benedetto del Tronto.

Con i reperti sottomarini delle più grandi civiltà mediterranee che trafficavano via mare. Collezione unica e preziosa.

Nel circuito marino sanbenedettese troviamo anche il Museo Ittico Antonio Capriotti e l’Antiquarium Truentinum.

Massimiliano Montesi

 

Eran 300, eran giovani e forti. E son morti!

La spigolatrice di Sapri è una di quelle poesie “patriottiche” che tutti conosciamo, dai tempi della scuola.

Essa è poesia e storia allo stesso tempo.

Ma pochi ricordano che è stata scritta da un marchigiano, Luigi Mercantini di Ripatransone.

Neanche Wikipedia lo ricorda!

Mercantini, tra l’altro, testimone illustre del nostro Risorgimento, scrisse anche l’Inno di Garibaldi.

Massimiliano Montesi

 

La sapa

Dopo ottobre, e dopo le fatiche del vino, arriva l’inverno.

È adesso il periodo delle castagne, del vino brulè e naturalmente della sapa.

La sapa deriva dalla cottura lunga e paziente del mosto d’uva e le nonne di un tempo, come dolce, la allungavano, con gesti misurati, poiché un lusso, per i nipotini, con un po’ di polenta.

Ingrediente fondamentale di cavallucci e lonzette di fico, la sapa è una miniera di idee.

Può essere bevuta pura (un bicchierino mi raccomando!), può essere utilizzata come condimento a mo’ di aceto balsamico, va a nozze con certi formaggi stagionati e, delizia delle delizie, può dare al gelato un gusto caramellato unico e naturale (privilegiate gusti semplici come fior di latte o crema).

Provare per credere.

Cercatela alla festa della sapa a Rosora!

Massimiliano Montesi

 

I calcioni

Il calcione è una leccornia di Serra San Quirico.

Per par condicio diciamo che ci sono anche a Cingoli e sono buonissimi anche quelli.

La ricetta è un segreto, ma parliamo di uova, farina, limone, formaggio, sale e zucchero.

Si, sale e zucchero, perché il Calcione è un dolce ma è anche un salato.

Va bene dall’antipasto al dolce. La sua forma, a Serra, è tipica, un diamante giallo ripieno.

Impossibile spiegarne l’effetto stupefacente al palato…solo da provare.

Vi consigliamo di provare quelli del Forno Mattiacci di Serra San Quirico (paese alto).

Massimiliano Montesi

 

La carta di Pioraco…

al Museo della Carta e della Filigrana, antica arte qui a Pioraco.

Dal XIV al XIX secolo le filigrane che testimoniano l’evoluzione della fabbricazione della carta.

Nella “Bottega della carta”, riprodotta sul modello del 1300, si fabbrica ancora la carta con tecniche antiche a beneficio dei visitatori.

Massimiliano Montesi

 

Grandi nomi a Casteldelci

Casteldelci occupa l’ultimo lembo a nord della provincia di Pesaro, al punto d’incrocio tra tre regioni: Marche, Toscana ed Emilia-Romagna. Nelle sue vicinanze si erge il Monte Fumaiolo, da cui nasce il Tevere.

È già menzionato in documenti del XII secolo, con la definizione di ‘Casale d’ilice‘, dal latino Castrum Illicis, letteralmente ‘fortificazione vicino ai lecci‘.

Tuttavia reperti di epoca preistorica rinvenuti nella valle suggeriscono che il paese abbia origini molto più antiche. Popolato ininterrottamente nelle varie epoche grazie alla presenza di sorgenti perenni, Casteldelci raggiunse il suo splendore nel Medioevo, quando la sua collocazione geografica favorì l’insediamento di rocche e castelli. Tra questi merita di essere ricordato il castello dei signori della Faggiola, il cui nome, come quello del monte omonimo su cui sorgeva la rocca, presumibilmente era dovuto ai faggi che ancora oggi ricoprono i monti circostanti.

Qui, nel 1250, nacque il celebre condottiero Uguccione della Faggiola, che, secondo una tradizione risalente a Boccaccio, avrebbe ospitato nel suo castello Dante Alighieri, ricevendone in cambio la dedica della Divina Commedia.

Prima del governo di Uguccione e degli altri signori della Faggiola, che esercitarono il loro potere sin verso il 1400, Casteldelci dipendeva dai Vescovi di Montefeltro ed era sotto l’amministrazione di Massa Trabaria. Dopo di loro passò invece a Guidobaldo da Montefeltro, duca di Urbino, e poi a Cesare Borgia, astuto condottiero e modello del Principe ideale di Niccolò Machiavelli. Passò quindi sotto il dominio di Lorenzo il Magnifico, signore e mecenate della corte fiorentina e successivamente del Comune di Firenze. Successivamente ritornò a far parte dello stato urbinate, seguendone le sorti.

Altro importante personaggio storico legato al passato di Casteldelci è l’urbinate Girolamo Genga, pittore, architetto e scenografo del Rinascimento italiano, citato dal Vasari, allievo di Luca Signorelli e del Perugino negli stessi anni di Raffaello e caposcuola di una schiera di ingegneri militari del Cinquecento che lavorarono dal Portogallo alla Russia. A lui il duca Guidobaldo da Montefeltro concesse la montagna di Casteldelci come ringraziamento della sua fedeltà.

Oggi, chi vuole rivivere le antiche vicende del borgo può visitare il Ponte Vecchio, di origine medievale, le torri che in passato servivano da vedette, come la Torre del Monte, la Torre di Gattara, la Torre Campanaria, e può sostare alla Casa-Museo che raccoglie reperti relativi alla preistoria e protostoria locale nonché all’età romana e altomedievale.

Massimiliano Montesi (fonte: Comune di Casteldelci. Bibliografia: Rita Giannini e Tonino Mosconi,” I sentieri Magici della Valmarecchia”, Touring Club Italiano, Comunità montana Alta Valmarecchia/Zona A, 1995)

 

Civiltà contadina e arte sacra a Mombaroccio

Le ambientazioni ripercorrono le attività contadine degli ultimi due secoli.

Il Museo di Mombaroccio, terra di merli e merletti (famosa la scuola di ricamo eredità delle nonne), è presso l’ex Convento dei Frati Girolomini nel complesso di San Marco.

Nello stesso comprensorio si possono ammirare anche alcune opere di arte sacra.

Massimiliano Montesi

 

Arte via posta

A Montecarotto c’è il Museo che raccoglie opere di mail art.

Piccole opere, non opere piccole, che viaggiano tramite la rete postale. Come cartoline e illustrazioni.

Massimiliano Montesi

 

Suggestioni plurisensoriali extra visive…

al Museo Omero di Ancona.

Nato per “promuovere la crescita e l’integrazione culturale dei minorati della vista e di diffondere tra essi la conoscenza della realtà”, tocca i sensi di tutti i visitatori.

Un’esperienza unica.

Massimiliano Montesi



Massimiliano Montesi
massimilianomontesi@yahoo.it
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