18 Apr Si è concluso a Camerino il progetto ABRIOPACK – Biopackaging nella filiera avicola industriale
Lo scorso 13 aprile si è tenuto presso l’Università di Camerino il convegno conclusivo del progetto ABRIOPACK, cofinanziato dalla Regione Marche nell’ambito del PSR Marche 2014-2020.
Il progetto ABRIOPACK, che ha preso avvio nel 2019, è frutto della collaborazione tra aziende agricole marchigiane, imprese agroindustriali, università, enti di ricerca pubblici, consulenti e aziende private leader nel settore della produzione di bioplastiche. All’evento, i partner hanno presentato i risultati finali del progetto che ha permesso lo sviluppo di protocolli di allevamento avicolo industriale antibiotic-free e la creazione di un imballaggio biodegradabile e compostabile.
Il convegno ha visto la presentazione dell’eccellente lavoro congiunto svolto dalla capofila Carnj sca della filiera Fileni, con la collaborazione dell’Università di Camerino, Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche, Novamont spa, Arca Srl Benefit, Consorzio Italiano Compostatori , COSMARI e Centro Ricerche e Sperimentazione per il Miglioramento Vegetale “Strampelli” (Cermis). A questo riguardo, ha affermato Massimo Fileni, vice presidente Fileni Alimentare S.p.A. all’apertura del convegno: «Siamo orgogliosi di aver preso parte al progetto ABRIOPACK, che, in così poco tempo, ha già portato allo sviluppo di due importanti risultati concreti: la realizzazione di biopackaging a basso impatto ambientale e la definizione di modelli produttivi antibiotic-free. Tali risultati ci consentono oggi di attuare importanti innovazioni anche nel nostro Gruppo, attraverso l’utilizzo di confezioni compostabili per i prodotti della gamma Tradizione & Creatività: a ulteriore conferma della nostra continua attenzione e del nostro impegno nei confronti dell’ambiente, dell’economia circolare e della sostenibilità, in cui crediamo da sempre e come chiaramente espresso anche nel nostro Manifesto di Sostenibilità, pur nella consapevolezza che si tratta di un percorso e mai di un punto di arrivo».
A nome del team di ricercatori e docenti dell’Unicam si sono espressi invece i Prof. Gianni Sagratini ed il Prof. Giacomo Rossi, attestando che il nuovo packaging compostabile, biodegradabile e prodotto a partire da biopoliesteri è in grado di conservare la carne avicola antibiotic free durante tutta la sua shelf life (14 giorni) con la stessa efficacia di una classica vaschetta in Polietilene Tereftalato (PET). “Un’innovazione tecnologica molto importante – hanno affermato i docenti – che va nella direzione di rispettare l’ambiente e allo stesso tempo di preservare la sicurezza del consumatore”.
Ulteriori studi sono stati realizzati dall’azienda Novamont SpA, con sede a Novara, leader a livello internazionale nel settore delle bioplastiche e dei biochemicals di origine rinnovabile. L’azienda ha svolto attività di ricerca e sviluppo per la creazione del packaging biodegradabile e compostabile idoneo al confezionamento di carni bianche. «Abbiamo partecipato al progetto ABRIOPACK perché ne condividiamo lo spirito di innovazione e l’obiettivo di mettere in campo soluzioni in grado di rigenerare i territori e gli ecosistemi – afferma Daniele Turati R&D Innovazione Tecnologica & Chemometrics Manager di Novamont – Novamont è impegnata da molti anni nello sviluppo di soluzioni ready-to-go per l’imballaggio alimentare in cui la biodegradabilità in diversi ambienti (impianti di compostaggio industriale, suolo, marino) rappresenta un valore aggiunto.
Posteriormente allo sviluppo della vaschetta, sono state effettuate le prove di compostaggio curate dal Consorzio Italiano Compostatori (CIC), presso l’impianto Socio Cosmari. «Le prove di compostaggio predisposte hanno avuto un esito positivo, dimostrando che gli imballaggi in plastica compostabile per alimenti appositamente progettati possono essere efficacemente inclusi nel processo di riciclo industriale. In questo modo è possibile aumentare la intercettazione di rifiuti organici da avviare a riciclo in impianti di compostaggio industriali, trasformandoli in compost di qualità che porta energia fertile alla terra», ha sottolineato Marco Ricci, Senior Expert del CIC – Consorzio Italiano Compostatori.
Le prove di campo sono state invece svolte presso il Centro Ricerche e Sperimentazione per il Miglioramento Vegetale “N. Strampelli” (CERMIS) di Tolentino. «I risultati in campo non hanno evidenziato effetti negativi sulla cultura né sul terreno, ma si è invece evidenziato un leggero aumento della sostanza organica. Pertanto, nel terreno, un uso costante del compost ottenuto addizionando le bioplastiche potrebbe essere molto utile per il ripristino della sostanza organica nei nostri terreni», hanno osservato Antonella Petrini e Lorenzo Porcarelli del CERMIS.
Agli interventi di altissimo livello presentati al convegno dai vari esperti e professionisti coinvolti in ABRIOPACK, hanno contribuito attraverso la loro partecipazione anche il Dott. Francesco Pascale del Comitato Scientifico AssoBioPlastiche e il Dott. Andrea Albanesi della Regione Marche. In particolare, il Dottor Albanesi, Responsabile Regionale delle misure di innovazione del Piano di Sviluppo Regionale, ha sottolineato che «per l’Unione Europea l’accesso da parte degli agricoltori ai risultati della ricerca, dell’innovazione e lo scambio di conoscenze è l’unico modo per rendere l’agricoltura del futuro pronta alle nuove sfide in ambito di sostenibilità, cambiamenti climatici, redditività e crescita. Già dal 2016 la Regione Marche ha intravisto, nelle misure legate all’innovazione agricola del PSR, un’opportunità importante per il settore agricolo e ha stanziato in queste misure (16.1 e 16.2 del PSR) un budget di tutto rispetto di 32 milioni di Euro. Oggi, a fine programmazione, la Regione Marche è al terzo posto in Italia come domande finanziate in innovazione e quarta come contributi erogati, questo a conferma che le Marche, seppur piccole in confronto alle grandi regioni agricole come l’Emilia Romagna, Sicilia, Veneto e Campania ha un potenziale e una voglia di innovazione molto alta e le aziende agricole e agroalimentari sono pronte a guardare al futuro».
No Comments