Spigolature marchigiane (5)

I 500 Presepi di Morrovalle…

si trovano al Museo Internazionale del Presepio di Morrovalle.

Presepi “ricchi” e “poveri” da tutto il mondo.

Massimiliano Montesi

 

Qui da noi non è Natale…

senza cappelletti in brodo.

Brodo di cappone se c’è. Ma va bene anche di gallina. Vecchia.

Attenzione, i cappelletti non sono tortellini più piccoli, e non ce ne vogliano gli amici bolognesi.

Piccoli gioielli manipolati con un’abilità prodigiosa.

Ricordo quelli di mia nonna Annetta, di San Paolo di Jesi……così non li ho più mangiati.

Tenuti sotto stretta sorveglianza, perché erano buoni anche da crudi.

Ricordo quella sfoglia giallo scuro, quella “croccantezza” che rimaneva nonostante lo stress da bollore. Quel gusto non ripetibile e spiegabile, che da solo valeva il viaggio dalla città.

Per il secondo, al mattino, si era già andati a ritirare l’arrosto, cotto a legna, nel forno del paese. Momento di incontro, auguri e un gradito buffetto.

Si finiva con la cicerchiata (quella di nonna Annetta, con i chicchi piccoli piccoli e scuri) e, se girava bene, un po’ di ricotta con lo zucchero (massimo del lusso) o uno sbruffo di polenta, scondita, del giorno prima (e all’uopo messa da parte), con la sapa.

Mia nonna guardava straripanti panettoni ed innevati pandori con occhio sospettoso.

Poi, mentre i grandi indugiavano in copiose discussioni a tavola, via a scapicollarsi sul “montirozzo”, a discapito degli orticelli a riposo dei vicini. Oppure, in punta di piedi, e di nascosto, a curiosare nella soffitta proibita ove oggetti strani affascinavano me, il mio fratellino e i cuginetti giunti da Firenze e da Roma.

Il Natale di quando ero bambino

Massimiliano Montesi (ricordi d’infanzia)

 

Il guado

Il guado, o guato, o gualdo, o vado (Isatis tinctoria L.), fino al secolo XVII venne intensamente coltivato, macinato, affinato e commerciato per colorare tessuti o carta.

Il colore indaco o blu celtico deriva da questo arbusto cespugliato diffuso anche nelle Marche.

La lavorazione del guado (testimonianze di vecchie macine in pietra apposite sono frequenti soprattutto nella zona dell’alta valle del Metauro e del Foglia, a Cagli, Piobbico ed Apecchio) raggiunse un livello imprenditoriale elevatissimo tanto che da Sant’Angelo in Vado (o in Guado?) partivano i carichi per il polo tessile di Prato fin dal secolo XIV.

Don Corrado Leonardi, in un suo studio, ha elencato ben 41 mulini da guado nel solo territorio di Urbania!

Massimiliano Montesi (fonte: da un articolo di Delio Bischi sulla rivista “L’entroterra”)

 

Le ragazze di Marotta…

che con il loro coraggio soccorsero con generi di conforto e medicinali un distaccamento di marinai italiani bloccati su di un pontone in avaria al largo, durante la Grande Guerra del 15/18.

Quel giorno di novembre del 1917 una piccola barchetta sfidò il mare grosso e la bora.

Equipaggio: 11 ragazzine.

L’età di queste eroine era infatti compresa tra i 14 e i 16 anni.

Massimiliano Montesi

 

Le mummie di Urbania

A Urbania, presso la Chiesa dei Morti, sono esposte le spoglie mortali di 18 persone, dal 1833.

Fu la Confraternita della Buona Morte che provvide alla sistemazione.

Grazie al particolare processo di mummificazione naturale possiamo cogliere le “espressioni” di uomini e donne di secoli fa. Qui troverete anche chi può raccontarci le loro storie.

Massimiliano Montesi

 

Cneo Pompeo (Magnus)…

era di origini picene. Qui nacque nel 106 A.C. Pompeo, che si meritò l’appellativo di grande per il suo genio militare (ha vinto quasi sempre). Apparteneva ad una famiglia ricchissima che nella nostra regione esercitava un vero e proprio potentato (anche se le origini rurali della famiglia erano considerate con sufficienza dai “colleghi di città”).

Quando Silla si apprestava a “conquistare” l’Italia (dopo le grandi vittorie in Grecia e contro Mitridate), Pompeo, poco più che ventenne ma già “emerso”, attuò per lui una massiccia campagna di arruolamento nel Piceno, praticamente a casa sua. Quegli uomini contribuirono in maniera determinante al successo del “tiranno” Silla (figura comunque rivalutata quale rispettosa delle tradizioni romane nonostante tutto e quale uomo colto influenzato dalla cultura greca; fu lui infatti che “ereditò” la biblioteca di Aristotele e provvide al suo restauro perché in pessimo stato di conservazione).

Massimiliano Montesi

 

Frà Bevignate…

ritenuto umbro, era invece di Cingoli. Fece la mirabile fontana maggiore della piazza dei Priori a Perugia e collaborò alla costruzione del Duomo di Orvieto.

Massimiliano Montesi (fonte: pubblicazione “Sotto il cielo del San Vicino”)

 

San Giacomo Della Marca…

“inventò” il monte di Pietà per combattere l’usura dilagante.

Nacque nel 1394 a Monteprandone, diciannovesimo figlio di Domenico Gangala. Fu frate francescano, grande predicatore in Italia e in vari paesi dell’Europa orientale. Pose fine al movimento millenarista e alle formazioni ereticali dei Fraticelli, processando e condannando.

Massimiliano Montesi (fonte: Terenzio Montesi)

 

Il Contrammiraglio Guglielmo Marconi

Nella Sala Museale di via Cialdini ad Ancona l’excursus della storia della radio e del suo creatore. Anfitrione è la Marina Militare Italiana che tanto dovette all’invenzione del secolo.

Massimiliano Montesi

 

Il tesoro di Loreto…

nel Palazzo Apostolico c’è il Museo Antico del Tesoro della Santa Casa.

Arte e sacralità in equilibrio affascinano il visitatore. La stessa sede è arte, opera del Bramante e del Vanvitelli.

Massimiliano Montesi



Massimiliano Montesi
massimilianomontesi@yahoo.it
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