Il Giardino delle delizie

In una società decadente, l’arte, se veritiera, deve anch’essa riflettere il declino. E, a meno che non voglia tradire la propria funzione sociale, deve mostrare un mondo in grado di cambiare. E aiutare a cambiarlo“.

Ernst Fischer (filosofo e scrittore 1899/1972)

Il “Giardino delle delizie” o “Trittico delle delizie” è un olio su tavola di Hieronymus Bosch eseguito tra il 1480 e il 1490.

Oggi è conservato al Museo del Prado, a Madrid.

E’ stato oggetto di innumerevoli interpretazioni per il suo grande potere evocativo; esso è inquietante ma bellissimo, stile “grafico” unico, carico di particolari, da scoprire avvicinando l’occhio. Potrebbe essere un’opera realizzata in un lontano passato o in un lontano futuro.

Sono sensazioni personali e chi scrive non è certo un critico d’arte, ma anche un semplice fruitore può esprimere un’opinione. Insomma ognuno vede quello che vuol vedere, se emoziona, se fa “pensare”, se ci “tocca”.

Guardatelo bene e troverete una storia. Forse la storia delle storie. Da sinistra verso destra: è l’immagine che apre il nostro articolo.

La scintilla iniziale scoccata nel giardino dell’Eden, l’umanità che si lascia andare ubriacandosi del calice della vita, la sua fine, popolata dai mostri che essa stessa ha creato.

Gli studiosi reputano l’opera un monito relativo ai pericoli delle tentazioni. Chi vi trova un insegnamento morale per l’uomo, chi lo considera una panoramica sul paradiso perduto. Altri ancora vi individuano il destino dell’umanità.

Un argomento che noi del Progetto ARCA abbiamo particolarmente a cuore, visto che tutti i giorni passiamo parte del nostro tempo a lavorare per una nuova sensibilità che riconsideri il rapporto vitale sussistente tra suolo e cibo e il ruolo che esso può avere verso il cambiamento, verso un nuovo Rinascimento dell’uomo e del nostro pianeta.

Come? Con le nostre quotidiane scelte alimentari e comportamentali.

Un contributo professionale e personale. Piccolo? Grande? Non importa, intanto ci alziamo fiduciosi al mattino e proviamo a coricarci sereni la sera.

Non è troppo tardi, tutti possono fare qualcosa. Non incolpiamo sempre i massimi sistemi. I massimi sistemi siamo noi!

Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini attenti e consapevoli non possa cambiare il mondo, in realtà sono stati sempre e solo loro a cambiarlo”.

Margaret Mead (antropologa 1901/1978)

Ma torniamo al nostro “Giardino”.

Metafora cruda, se volete, per noi e per il nostro pianeta che ci sta chiamando all’azione.

Il Giardino delle delizie di Bosch è anche l’incipit di un bellissimo documentario, “Before the Flood”, del 2016 (ma com’è spaventosamente attuale!), diretto da Fisher Stevens, in cui Leonardo Di Caprio discute del cambiamento climatico con le più importanti personalità del pianeta.

Girando mezzo mondo e toccando con mano ciò che sta accadendo.

Ricevuto anche da Papa Francesco, in udienza privata. Servono anche speranze e idee positive, non basta sciorinare problemi.

Un po’ datato e forse qualcuno di voi l’avrà già visto, ma me la sento di rischiare “regalandovelo”, visto che, negli anni del Covid, le nostre priorità e il nostro tempo scorrono più lenti, forieri di riflessioni.

Possiamo fare uno sforzo, nel vederlo o rivederlo al posto del grande fratello vip o di una serie televisiva americana.

Lo trovate su You Tube ma non vi segnalo il link. Dovete scovarlo da soli. Forse, nei correlati, scoprirete anche altre cose interessanti che vi siete persi!

Così come per redimere e salvare le nostre vite e la nostra “casa comune” con esse, alleniamoci a fare qualche piccola rinuncia!

Chissà, forse le cose acquisiranno un rinnovato sapore.

Massimiliano Montesi



Massimiliano Montesi
massimilianomontesi@yahoo.it
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