Il ciclo della vita

Oggi, al fine di illustrare ancor meglio la rilevanza decisiva dell’agricoltura per la vita di tutti, abbiamo deciso di tuffarci nel passato, più nello specifico nella Grecia antica, dove è possibile rinvenire le radici della nostra società e civiltà.

È proprio in Grecia che si sono sviluppati il pensiero razionalizzante, la filosofia e la capacità di ordinare il reale secondo le categorie della logica, “strumenti” concettuali nei confronti dei quali siamo tutti immensi debitori, ma prima ancora, cronologicamente parlando, è doveroso riconoscere l’importanza dei miti, dei culti e dei riti dedicati alle divinità dell’Olimpo.

Simbolo ed emblema dei valori di ARCA (Agricoltura per la Rigenerazione Controllata dell’Ambiente) non può che essere Demetra, la Dea della fecondità della terra, dei raccolti, delle spighe di grano, delle messi. Nell’inno orfico a lei rivolto, viene presentata con queste significative parole: “Madre di ogni cosa, Dea dai molti nomi, nutrice di figli, doni beatitudine, dai ricchezza, coltivi il grano, distribuisci tutte le cose buone”.

Risulta immediatamente evidente il ruolo chiave giocato da Demetra in merito alle faccende umane: dalla sua volontà e dal suo arbitrio dipende il benessere di ogni singolo essere vivente.

Demetra ha una figlia, Persefone, venerata come “la più bella delle dee”. Il mito narra che Persefone, mentre giocava su un prato fiorito con le figlie di Oceano, sia stata rapita da Ade, il Dio dei morti, fratello di Zeus e Demetra, su concessione dello stesso Zeus, ovviamente all’insaputa di Demetra. Senza addentrarci nei meandri e nei dettagli della narrazione mitica, è opportuno sottolineare come la collera, l’ira ed il dolore lacerante per aver perso la propria amata figlia abbiano trasformato e trasfigurato Demetra, rendendola la vendicatriceimplacabile”: sino a quando non potrà rivedere e riabbracciare l’adorata Persefone, la Terra non donerà più i suoi frutti, i semi non germoglieranno più e gli animali non riusciranno a riprodursi; in altre parole, si interromperà bruscamente l’intero ciclo dell’esistenza.

Dal momento che la furia di Demetra non risparmia nessuno e non conosce tregua o sosta, Zeus decide saggiamente di accontentare la sua richiesta, ordinando ad Ade di restituire Persefone. La gioia derivante dal riavvicinamento di madre e figlia svanisce però presto, in quanto Persefone nell’oltretomba ha mangiato un chicco di melograno: ciò implica il suo rimanere legata per sempre ogni terza parte dell’anno, d’inverno, all’oltretomba, per poi risorgere a primavera. Nonostante il terribile compromesso, Demetra seppellisce la “scure di guerra” e ristabilisce l’ordinario fluire della vita, nel rispetto dell’alternanza delle stagioni e delle “leggi” di natura, sacre ed inviolabili.

Come vari studiosi ed esperti dell’antichità hanno evidenziato, il mito sembra volerci illuminare e far riflettere sul ciclo della vita, ossia nascita, morte e rinascita, rappresentato iconicamente proprio dalle tre divinità: Demetra, la Dea contadina, feconda la terra e sua figlia, il suo seme, raggiunge nel sottosuolo Ade per poi rinascere a primavera, esattamente come i semi che vengono prima sepolti e poi germogliano.

Anche le feste, celebrate in tutta la Grecia durante il periodo autunnale, rievocavano e rinverdivano lo spiritoesistenziale” del mito: il momento apicale delle feste infatti, che duravano tre giorni ed erano riservate esclusivamente alle figure femminili, veniva raggiunto quando si disseppellivano, da grotte o pozzi, resti di maialino, rami di pino e di pigne sotterrati mesi prima. Tali resti venivano poi sistemati su degli altari e, dopo essere stati mescolati ad alcuni semi, venivano restituiti al terreno, per permettergli di tornare nuovamente fertile. Anche se non si chiamava così, già allora veniva praticato il principio basilare e sempiterno della concimazione organica, pratica agricola fondamentale che consente di arricchire di sostanza organica il suolo, rendendolo sano, fecondo e vitale.

Infine è interessante notare che l’elemento della rinascita era riscontrabile anche nei riti, istituiti da Demetra stessa nella città di Eleusi. Infatti, è opinione diffusa fra gli storici delle religioni che coloro che partecipavano alla cerimonia rituale, che iniziava con una processione e ricalcava le tappe percorse dalla Dea in cerca di Persefone, provassero la sensazione di vivere una nuova vita, come esseri umani trasformati, rinnovati, purificati e rigenerati, sulla via della eterna beatitudine.

Rendiamo dunque omaggio anche noi oggi a Demetra, che non significa altro che celebrare la vita in tutte le sue sfaccettature, la natura, i suoi doni e le sue preziose risorse, che noi esseri umani, pur senza ricorrere all’intervento “materiale” di una divinità, abbiamo il compito ed il dovere morale di proteggere, tutelare e valorizzare.

Lorenzo Romagnoli (Dottore in Filosofia)



Lorenzo Romagnoli
l.romagnoli@arca.bio
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