Com’è possibile crescere all’infinito in un sistema chiuso come il nostro pianeta?
Per quanto tempo possiamo continuare ancora a sperperare risorse non rinnovabili?
Non ha forse il pianeta cominciato a mostrarci i primi sintomi della sua insofferenza?
È moralmente ed eticamente giusto lasciare l’incombenza alle generazioni future?
Il mercato e il meccanismo domanda-offerta possono rispondere alle nostre necessità salutistiche e ambientali?
C’è chi sostiene che i cambiamenti climatici siano ciclici e non dipendano dalle attività umane, ma non è più corretto affermare che mai prima d’ora il pianeta è stato così affollato, il benessere così diffuso e ottenuto purtroppo a scapito dell’ambiente?
È possibile continuare ad affidare la qualità dell’aria, dell’acqua e del suolo, ovvero “il triangolo della vita”, a consumatori e agricoltori, non sempre consapevoli delle conseguenze delle loro scelte? Dati gli allarmi lanciati dalla quasi totalità degli scienziati, non è giunto il momento che ognuno di noi incominci a fare qualcosa in più per contrastare o allontanare il famigerato “punto di non ritorno”? Al ritmo odierno dei consumi stiamo bruciando più risorse di quante il nostro pianeta riesca a rigenerarne ogni anno. Il coefficiente è tra 1,4 e 1,7; avremmo quindi bisogno di 1,4 o 1,7 pianeti per poter sostenere questo ritmo.
L’agricoltura, con la silvicoltura e altri usi agricoli, oggi è responsabile del 24% delle emissioni climalteranti.
Il terreno in passato era considerato un organismo vivente. Ora è diventato un elemento da sfruttare. Non ci si è più adattati alla natura e ai suoi tempi, ma si è cercato di stravolgerla.
Le pratiche agricole tradizionali stanno danneggiando questa risorsa vitale che ospita un quarto della biodiversità del pianeta. Lo sfruttamento della terra, la mancanza di rotazione delle colture e input non adeguati hanno causato la perdita del 30% del nostro suolo negli ultimi 150 anni: un’erosione che ha causato la scomparsa di numerose specie vitali e che incrementa le modificazioni climatiche.
Un terreno sano ha infatti la capacità di trattenere CO2 che altrimenti andrebbe dispersa nell’atmosfera sotto forma di emissioni. Un terreno sano e in particolare i suoi primi aurei centimetri di profondità ritengono la sostanza organica che genera la vita.
Un terreno sano trattiene acqua diminuendone i tempi di corrivazione grazie alla maggiore capacità di assorbimento, intervenendo sul dilavamento e sulla desertificazione. Un terreno sano preserva il patrimonio marino dal fenomeno dell’eutrofizzazione, l’inquinamento delle acque dovuto alla sovrabbondanza di nitrati e fosfati.
Oggi lo stato dei suoli agricoli è in condizioni drammatiche diffuse, allo stato fisico e a quello chimico. Lo dimostra la presenza sistematica di sostanze dannose per l’organismo e la carenza nutritiva negli alimenti, che risultano sempre più depauperati nelle loro componenti, compreso il gusto.
Le sostanze nocive hanno un impatto sugli organismi che si vogliono contrastare, ma al tempo stesso danneggiano le proprietà fisiche e chimiche dei suoli, gli interi ecosistemi e la salute pubblica.
È sempre più chiaro ed evidente, infatti, il rapporto tra suolo, cibo e salute. Il cibo può agire in maniera preventiva o distruttiva nel nostro organismo: esiste infatti una correlazione, supportata scientificamente, tra la contaminazione da pesticidi e le malattie neurodegenerative.
Le nostre diete non sono più adatte a ciò che è buono per noi e per il pianeta e rappresentano la causa principale dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità.
“Il suolo è il grande connettore della nostra vita, la fonte e la destinazione di tutti noi”, Wendell Berry.
“Fà che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”, Ippocrate.
Un pianeta dove la terra e l’uomo sono in equilibrio, dove l’agricoltore è custode primario della vita del suolo e dove tutte le persone, con le loro scelte di acquisto dei cibi, da consumatori divengono rigeneratori consapevoli dell’ambiente.
Rappresentare un laboratorio sperimentale di un pensiero bioetico per un nuovo umanesimo dove le diverse comunità possano condividere valori e azioni tesi ad aumentare la consapevolezza sul ruolo e sulla responsabilità che tutti noi, in qualità di rigeneratori, abbiamo nella determinazione della salubrità dei nostri alimenti legata alla preservazione della risorsa ambientale.
Reinterpretare il concetto di spreco basandosi sull’assunto che i rifiuti non esistono.
Ripensare un’agricoltura bioconservativa rigenerativa per offrire alle persone cibi di qualità eccellente, cibi che danno gioia, cibi che favoriscono le connessioni umane. Cibi con il massimo dei servizi incorporati possibili, dalla tutela del suolo alla gastronomia del territorio, garantendo un miglioramento della vita e della salute, assicurando un giusto reddito e un nuovo status all’agricoltore visto come garante primario dell’ambiente e presidio del territorio.
Recuperare i saperi e le buone pratiche a tutela del suolo ispirandosi al modello di economia circolare della casa colonica contadina mezzadrile e collinare, migliorandone le performances con l’apporto delle nuove tecniche e tecnologie.
Restituire alle generazioni future, tramite un impegno concreto e responsabile, la conoscenza e la continuità nella valorizzazione e salvaguardia del patrimonio culturale e della bellezza, ereditati dall’antica agricoltura.
Terra buona, cibo sano.
Terra sana, cibo buono.
Coltiviamo un nuovo futuro con la testa, con le mani e con i piedi per terra. L’agricoltura ha valori utili al presente (impegno, solidarietà, rispetto dell’ecosistema e della biodiversità); li coltiviamo al futuro, per migliorare ambiente, alimentazione, salute ed economia. Tutto parte dalla Terra: quello che mangiamo, che beviamo, che respiriamo.
Suolo, acqua, sole, semi, vita animale e conoscenza sono le prime materie della vita. I nostri suoli chiedono aiuto, la vita biologica che dovrebbe animarli è preda di un impoverimento progressivo. Vogliamo migliorare le conseguenze dei nostri atti verso un mondo migliore.
Amiamo le stagioni. La terra, la cultura agricola e dell’orto sono macchine del tempo, trasferiscono antiche conoscenze, si nutrono di elementi vivi, regalano sapori ed esperienze di grande valore e un insegnamento: conservarsi in salute significa alimentarsi bene, in armonia col ritmo della natura. Il mondo vegetale e quello animale sono un universo in parte ignoto, nonostante lo si frequenti da migliaia di anni.
Siamo di buon vicinato. Diviene ora imprescindibile una rinnovata solidarietà fra gli agricoltori, al fine di gestire il suolo e il territorio in comune e tramite comuni pratiche bioconservative rigenerative. Il passo successivo da compiere è la sinergia completa e totale fra la comunità degli agricoltori e le varie comunità di utilizzatori finali del cibo, non più consumatori passivi ma coproduttori e rigeneratori consapevoli del territorio, per poter così infine approdare a una visione olistica, il cui obiettivo finale è ripristinare un
benessere compiuto e definitivo per una migliore qualità della vita.
I beni e prodotti agricoli hanno una funzione rituale: bere il vino, mangiare il cibo locale è sempre stato il linguaggio delle reti sociali e comunitarie, un valore che si aggiunge agli aspetti nutritivi. Basare l’agricoltura sulla rigenerazione dei terreni ricostituisce quella cultura fertile che supera la dipendenza da scorciatoie sintetiche e farmaceutiche, con una forte ricaduta sulla qualità della salute, sull’ambiente e sul benessere, anche sociale, delle persone.
Ci piace conoscere, far sapere, mangiare consapevolezza. Incontrare, esplorare le origini e le storie dei luoghi e dei cibi; ci piace assaggiare, chiacchierare e raccontare le cose che hanno qualità e, soprattutto, che hanno storie autentiche. I racconti autentici trasmettono il valore evocativo e identitario dei prodotti agricoli tradizionali; vogliamo conoscere la qualità delle cose, la salute dei suoli, avere e trasmettere consapevolezza della terra che ci ospita.
La Terra si perpetua: non consumare natura, ma rigenerare. Il benessere delle persone e del pianeta dipende da trenta centimetri di suolo, che, se misurati nelle loro caratteristiche, se curati e rispettati, possono preservare e migliorare il nostro ecosistema. Le materie che ci nutrono sono le componenti principali del nostro vivere. ARCA trae ispirazione dai processi biologici e dalla biodiversità della natura.
ARCA è l’acronimo di Agricoltura per la Rigenerazione Controllata dell’Ambiente.
Agricoltura: le buone pratiche bioconservative rigenerative, che riducono il fenomeno dell’erosione, a tutela della vita del suolo.
Rigenerazione: il cibo di eccellenza come elemento determinante nella rigenerazione del suolo, ispirandosi all’antico modello di economia circolare della casa colonica mezzadrile dei territori collinari.
Controllata: un approccio di bacino idrografico, area ben definita e dunque misurabile. Le nuove tecniche e tecnologie, la ricerca, il monitoraggio, la sperimentazione in campo. Nulla è migliorabile senza l’oggettività della misura.
Ambiente: la salvaguardia del territorio e della sua bellezza secondo un pensiero olistico bioetico, generando un valore equo per le comunità proattive e comunicanti degli agricoltori e dei fruitori del cibo.
ARCA è un progetto imprenditoriale e per sua natura genera reddito, ma senza mai snaturare l’anima e la forma societaria benefit. Una società benefit crea benefici che si ripercuotono su comunità diverse unite da un interesse comune.
I principi ispiratori ARCA sono:
– La rigenerazione e la salute del suolo come fondamento dell’agricoltura e dell’alimentazione;
– Il cibo e quant’altro direttamente o indirettamente connesso alla sua costruzione, distribuzione e fruizione, dall’agricoltura all’agroindustria, dal commercio ai servizi;
– Il territorio collinare inteso come insieme di bacini idrografici, entità chiuse nonché misurabili, e il suo sviluppo economico, sociale, turistico e culturale;
– Il miglioramento dell’ambiente per quanto le attività connesse al cibo possono e devono contribuire;
– L’adozione del modello di economia circolare a garanzia per tutti gli attori delle filiereagroalimentari ARCA. Per gli agricoltori un giusto reddito basato più sui costi di produzione che sui prezzi di mercato, uscendo da una logica distorsiva. Per il rigeneratore coproduttore dei cibi un giusto valore e un alto contenuto qualitativo e nutritivo;
– Il ritorno sul territorio di cultura, bellezza e occupazione qualificata. Una rigenerazione, quindi, non solo del suolo ma anche demografica e di intelligence.
ARCA ridisegna il concetto di agricoltura attuando rinnovate pratiche rigenerative del suolo e contribuendo alla salvaguardia del substrato vivente, alla preservazione rispetto all’erosione dei territori collinari, alla reintroduzione della biodiversità e all’ implementazione di filiere alimentari di eccellenza.
ARCA favorisce il contatto diretto senza intermediari fra l’agricoltore e l’utilizzatore dei cibi che, da figura passiva, con il suo comportamento e le sue scelte, diventa rigeneratore attivo dell’ambiente impattando fortemente sulla salubrità e sulla qualità degli alimenti.
ARCA vuole rivoluzionare il modo attuale di fare agricoltura, per certi versi oggi distruttivo, introducendo nuove tecniche, consapevolezza e conoscenze scientifiche senza dimenticare la parte sana dei metodi del passato.
Le tecniche agricole ARCA arricchiscono e mantengono in salute i suoli in termini di microflora, microfauna e humus disponibile. Lombrichi, api e fiori, in qualità di indicatori biologici, sono gli altri “testimonial” ARCA.
ARCA è l’agricoltura com’era una volta. L’agricoltura contadina, o meglio l’uomo che ha presidiato e modellato la terra e il paesaggio, ci ha lasciato infatti una grande eredità: l’organizzazione della vita e la capacità produttiva della policoltura. Una civiltà da recuperare, rileggere e rinnovare. Essa stessa elemento rigenerante.
ARCA è la risposta per trasformare un impellente stato di necessità planetario in una grande opportunità imprenditoriale per il nostro territorio.
ARCA è un insieme di processi, che investono trasversalmente il percorso del cibo trasformando il ruolo degli attori di tutte le filiere agroalimentari.
ARCA mette al centro il pianeta, le persone, performances di eccellenza e un profitto eticamente corretto.
L’idea ARCA nasce nel 1988, nelle Marche, grazie a un imprenditore agroalimentare visionario, Bruno Garbini, storico fondatore del Gruppo avicunicolo omonimo.
ARCA poggiava su principi troppo futuribili e rivoluzionari per quei tempi, distanti dal sentire delle comunità e della politica locali in un’epoca in cui la sostenibilità ambientale non era ancora un tema centrale e in cui la capacità di produzione e di consumo sembrava senza limiti. Oggi il contesto economico, sociale, culturale e bioetico ha reso possibile la rinascita del progetto.
Nel 2015 con l’amico di sempre Enrico Loccioni e il concorrente storico Giovanni Fileni, rispettivamente fondatori del Gruppo Loccioni, eccellenza internazionale nella misura, automazione ed efficienza energetica, e del Gruppo Fileni, precursore nonché primo player nazionale dell’avicoltura biologica e terzo player nazionale dell’avicoltura convenzionale, scocca una scintilla inimmaginabile e i tre imprenditori contadini innamorati della loro terra restituiscono vita ad ARCA.
Nel 2016 nasce ARCA Srl, una delle prime società Benefit in Italia.
Il retaggio culturale cui i soci fondatori ARCA si ispirano è quello dell’antico modello endemico della casa colonica polifunzionale, archetipo dell’economia circolare, quando l’agricoltura e l’ambiente erano in perfetta armonia. Quando erano garantiti la cura per la terra, l’assenza di sprechi e il riutilizzo delle risorse in un contesto collinare fragile, nel rispetto dei tempi, delle stagionalità e delle buone pratiche rigenerative. Un atto agricolo, biologico, bioetico e bioconservativo ante litteram che oggi è maturato divenendo mercato possibile e soprattutto necessario.
Il sogno condiviso?
Restituire alle nostre colline e alle nostre campagne marchigiane la bellezza e l’aspetto sano di un tempo per ottenere il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità Unesco.
Ipse dixit:
“Grazie all’esempio del lavoro dei miei genitori, mezzadri della Vallesina, ho imparato a conoscere e rispettare la terra, i suoi ritmi naturali e i suoi frutti. Allevare polli nelle Marche da quasi vent’anni da precursore in maniera biologica è stato ed è un atto agricolo, un modo per contribuire allo sviluppo e al rispetto del territorio in cui vivo. In ARCA mettiamo la nostra filiera biologica e le nostre competenze uniche al servizio della nostra terra”
Giovanni Fileni
“Oggi possiamo dimostrare come una vasta gamma di prodotti agroindustriali, e non solo, di nuova generazione possa avere un servizio di rigenerazione ambientale incorporato. Immaginiamo filiere o sistemi produttivi ubicati in un bacino idrografico costantemente monitorato, composto per lo più da aree collinari, che adottano tecniche di produzione innovative, reinterpretando la tradizione. I prodotti di queste filiere consentono la Rigenerazione Controllata dell’Ambiente e possono rispondere alle esigenze di un mercato di rigeneratori, persone sensibili alle problematiche ambientali e consapevoli di sostenere così una nuova economia. L’acquisto e il consumo di prodotti ARCA significa non solo creare ricchezza in un territorio, ma anche rigenerare l’ambiente naturale di quel territorio, contribuire a un nuovo servizio sociale, sviluppare un futuro di conservazione e valorizzazione dell’ecosistema collinare.”
Bruno Garbini
“Ho avuto la fortuna di nascere in questa terra stupenda, da cui ho raccolto i valori della cultura monastica e mezzadrile che ho applicato in questi 50 anni d’impresa. Ora restituiamo questi valori alla terra, applicando tecnologie, innovazione, efficienza energetica e l’intelligenza delle reti. Dando ad ARCA l’oggettività della misura”.
Enrico Loccioni
ARCA dialoga tanto con la comunità rurale (produttori e agricoltori), quanto con le differenti comunità urbane, al fine di creare una rete estesa al sistema socio-ambientale e culturale locale.
ARCA intende evolvere il concetto di consumatore passando a quello di rigeneratore coproduttore, per arrivare alla comunità della Rgeneration.
Le parole chiave della Rgeneration sono:
Rigenerazione Rinnovamento Recupero Riciclo Riutilizzo Resilienza Rispetto Rotazione Relazioni Riscoperta Rinascimento Radici Responsabilità Racconto Ricordo.
Il target? Tutti!
Il mercato? Il pianeta!
Le persone, consapevolmente informate della potenzialità delle loro scelte alimentari, divengono rigeneratori attivi del suolo, creando così un filo diretto tra cibo e ambiente e acquisendo un ruolo ben definito e fondamentale.
Con ARCA l’agricoltore si preoccupa di nutrire il suolo recuperando la sua storia, la sua cultura e gli antichi saperi, producendo cibi sani, tracciabili e senza l’uso della chimica.
ARCA riconosce agli agricoltori un maggiore valore aggiunto, che non si basa solo sulle leggi di mercato, ma sui costi di produzione reali.
Il cibo è visto come motore di sviluppo del territorio e dei suoi valori e così l’agricoltore e i fruitori del cibo diventano custodi e rigeneratori della terra, della bellezza e della salute.
Sei un agricoltore che ha già intrapreso la scelta biologica?
Sei un produttore di eccellenze del cibo?
Sei pronto ad adottare le pratiche ARCA?
Sei disposto a investire ed essere coinvolto da protagonista nel rapporto diretto con le persone che scelgono consapevolmente i cibi ARCA?
Gli agricoltori e i terzisti ARCA amano la terra e il loro lavoro, conoscono l’agricoltura della tradizione, i meccanismi della natura e vogliono approfondirli, studiarli più a fondo a beneficio dell’uomo e per la preservazione della natura stessa.
Gli agricoltori e i terzisti ARCA sono consapevoli delle significative conseguenze benefiche dovute all’adozione delle pratiche agricole bioconservative: rigenerare il suolo infatti significa anche rigenerare l’ambiente nella sua totalità, rigenerare se stessi e soprattutto rigenerare il luogo in cui l’agricoltore vive e lavora quotidianamente, rendendolo così migliore, ossia, esattamente come il cibo, un luogo sano, salutare, pulito e anche bello. Scegliendo di adottare le pratiche agronomiche ARCA, gli agricoltori evitano a se stessi e alle loro famiglie l’esposizione a prodotti chimici altamente tossici.
L’agricoltura convenzionale, nel computo del valore di un terreno, non considera come parametri di valutazione la vitalità del suolo, la velocità di corrivazione delle acque e la capacità di trattenere carbonio. Secondo tale prospettiva la terra è considerata solamente un elemento da sfruttare e ciò potrebbe causare un depauperamento significativo delle risorse del suolo.
Con le pratiche rigenerative ARCA, invece, che affondano le loro radici nell’assunto secondo cui il suolo costituisce il primo fattore produttivo, un terreno aumenta di valore in maniera proporzionale alla sua fertilità. In primo luogo vi è un incremento del potenziale produttivo del suolo e del suo relativo valore economico; inoltre si pongono le condizioni per il ripristino di biodiversità, bellezza e occupazione di eccellenza.
Le tecniche bioconservative rigenerative di ARCA, partner ufficiale della Global Soil Partnership, sono definite nell’ARCA Regenerative Soil System®, ovvero le tecnologie e le buone pratiche agronomiche utilizzabili dagli agricoltori e descritte nella successiva Carta dell’Agricoltore e del Terzista.
1 È un uomo moderno, allineato al suo tempo ma conscio del valore della tradizione. È un vero imprenditore che non mira soltanto all’ottenimento di contributi pubblici, ma che ha scoperto una modalità alternativa e virtuosa per far rendere la sua impresa, in quanto oggi il vero valore deriva dalla qualità della sua produzione. La sua impresa fruirà comunque dei contributi pubblici a lui dovuti soprattutto per il servizio sociale, svolto tramite la cura del territorio e dell’ambiente.
2 Semina, tra una coltura da reddito e l’altra, le colture intercalari di copertura (cover crops) al fine di sequestrare il carbonio atmosferico e immagazzinarlo nel suolo, limitarne l’erosione, arricchirlo di minerali e di sostanza organica, migliorare la sua struttura, restituirgli vitalità, profumi e produttività. Facendo anche felici le api che si ritrovano a disposizione una rinnovata fioritura ed essenze ormai desuete, quali la sulla, la veccia, la senape, il ravizzone.
3 Affianca alle nuove tecniche e tecnologie pratiche antiche, imprescindibili per una vera agricoltura rigenerativa: le rotazioni colturali per non stressare il terreno, le concimazioni organiche per arricchirlo, le consociazioni, ossia la coltura simultanea nello stesso spazio di due specie diverse che interagiscono tra loro (ad esempio frumento e pisello proteico, oppure orzo e lenticchie).
4 Utilizza macchine coperte da brevetto e tecniche frutto di lunga ricerca scientifica che arrecano un minimo disturbo al suolo con una lavorazione a 5 – 6 cm di profondità, arieggiando il terreno, evitando di invertire gli orizzonti pedologici e senza rovesciare la zolla, creando così le migliori condizioni per i processi di umificazione e la conseguente rigenerazione di sostanza organica. In tal modo si favorisce inoltre la strutturazione del suolo operata sia dagli apparati radicali delle colture, sia dalla microflora a essi associata.
5 Perpetua nel tempo la fertilità del terreno anche attraverso una corretta regimazione delle acque di superficie diminuendone i tempi di corrivazione, aumentando il potere di filtraggio del suolo e rendendo più pulita l’acqua di falda.
6 Utilizza trattori dalla giusta potenza, non troppo pesanti per non compattare in maniera eccessiva il terreno, in sostituzione di trattori sovradimensionati, inutili dissipatori di energia fossile. Inoltre limita al minimo il traffico negli appezzamenti, dotando di adeguata gommatura i veicoli utilizzati.
7 Usa appropriatamente tutta la tecnologia disponibile e attraverso un corretto rapporto con le Università e i Centri di Ricerca vuole rinnovare continuamente la sua conoscenza.
8 È alleato a livello sistemico con i colleghi e le istituzioni del territorio; è inserito in filiere agroalimentari di eccellenza riconosciute e possiede quote di capitale della società commerciale che colloca i suoi prodotti. Il suo mercato è il mondo.
Il terzista ARCA è altresì consapevole, in termini di efficacia ed efficienza, rispetto a:
Ti sei mai chiesto a chi o a che cosa può recare danno la tua scelta dei cibi?
Sei una persona attenta alla salubrità e alla bontà dei cibi considerando anche il loro ruolo nella tutela del suolo e dell’ambiente?
Vuoi sviluppare la tua crescita e la tua rigenerazione interiore anche tramite un cibo che a sua volta qualifica e rigenera le risorse naturali e la bellezza del territorio?
Sei pronto ora a evolverti da consumatore passivo a coproduttore attivo e rigeneratore consapevole del suolo?
Sei una neo mamma o un neo papà e vorresti avere un supporto nelle complesse decisioni in merito allo svezzamento, all’ alimentazione e nutrizione del tuo bambino? Come scegliere il cibo considerando anche il suo ruolo affettivo relazionale, di apprendimento, di autostima? Come costruire una relazione di fiducia vera tra genitori, cibo e bambino?
Segui regimi alimentari alternativi quali biologico, macrobiotico, vegano e vuoi fare ancora di più?
Segui regimi alimentari specifici in qualità di sportivo o dal momento che hai raggiunto la piena maturità del tuo corpo?
Ami le stagioni e la stagionalità dei cibi?
Vuoi riscoprire saperi, sapori e profumi antichi ?
Cerchi un cibo sano ma che dia anche gioia e che sia verità ed espressione di un territorio?
Desideri prenderti cura anche dei tuoi animali domestici garantendo loro un cibo sano, nutriente e genuino?
In uno scenario mondiale in cui l’inquinamento depaupera il suolo diventano importanti le scelte che le persone fanno a tavola. Da qui la possibilità di scegliere un cibo sano, sicuro, con un miglior profilo nutrizionale e che migliori la vita di tutti.
ARCA offre la possibilità di scegliere prodotti che non solo fanno bene alla salute, ma che rigenerano e arricchiscono anche il suolo.
ARCA parte dal presupposto che oggi le persone confrontano i prodotti e sono più attente e consapevoli di ciò che acquistano.
Le persone si fanno sempre più domande sul cibo: da dove proviene, come è stato elaborato e quanto ha viaggiato per arrivare al punto vendita o tramite il canale delivery. Il concetto di tracciatura del cibo dal produttore alla tavola è oggi un punto focale.
Il cibo non rappresenta più solamente una forma di sostentamento, ma è divenuto un simbolo dei valori personali di chi lo sceglie e una forma di espressione di se stessi. Per questo si cercano sempre più cibi freschi, genuini, autentici e rigeneranti.
Quali sono le caratteristiche e le tendenze che rendono oggi un cibo “perfetto”?
Un cibo legato alla tradizione ma attento anche alla salute, una “tradizione rivisitata” che soddisfa nel modo migliore le esigenze di una sana alimentazione.
Cibi che rispondono anche alle necessità delle persone che soffrono di patologie alimentari e nutrizionali molto diffuse o di coloro che oggi, come mai, sono molto attenti a ciò che mangiano.
Secondo la filosofia ARCA i cibi sono:
– ottenuti con pratiche agricole rigeneratrici del suolo
– controllati, tracciati, certificati a tutti i livelli
– legati al territorio locale, tipici
– legati alla tradizione
– stagionali
– semplici e naturali
– sani e gustosi
– ad alto contenuto di servizio, facili e veloci da preparare
– a basso indice di colesterolo
– a basso indice glicemico
– a basso indice infiammatorio
– indicati per vegetariani
– indicati per vegani
– ideali per gli sportivi
“Healthy soil, healthy food, healthy people, healthy planet”
Rodale Institute in Pennsylvania (USA)
ARCA prende spunto dalle linee guida sull’agricoltura bioconservativa prodotte dal Rodale Institute in Pennsylvania, centro di sperimentazione e ricerca tra i primi al mondo a intraprendere la strada della sostenibilità e della rigenerazione già dal 1947.
Il Rodale Institute dal 1981 applica le tecniche dell’agricoltura organica sui suoi 333 acri in Pennsylvania e studia i risultati della transizione dall’agricoltura convenzionale. Il loro Farm System Trial da 35 anni continua a dimostrare attraverso dati scientifici la superiorità dell’agricoltura organica in termini di miglioramento della redditività e del benessere del suolo, che sono le chiavi di volta dell’agricoltura rigenerativa.
Da questa esperienza e da questi presupposti nasce una partnership per la ricerca che vede coinvolti i Dipartimenti di Agraria dell’Università Politecnica delle Marche (D3A) e dell’Università degli Studi di Udine, oltre al Rodale Institute che collabora attivamente con ARCA.
Nella rete di ricerca ARCA sono presenti anche il Consorzio AASTER e l’Università degli Studi di Camerino.