DAI RIFIUTI URBANI AL BIOMETANO E AL COMPOSTATO: ECONOMIA CIRCOLARE NELLE MARCHE

L’economia circolare è definita come un “modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile.” L’obiettivo è di estendere il ciclo di vita dei prodotti per ridurre i rifiuti al minimo.

L’economia circolare è anche uno dei principi base del Progetto ARCA, che intende instaurare un circolo virtuoso del prodotto che parta del suolo per poi ritornarci a fine vita, sottoforma di compost.

Con questo spirito Astea-En Ergon ha costruito il nuovo impianto di biometano ad Ostra. Ma vediamo innanzitutto cos’è il biometano.

Cos’è il biometano?

Il biometano è una fonte di energia rinnovabile ottenuta dalla purificazione del biogas, un composto di metano e anidride carbonica che nel cosiddetto processo di “upgrading” viene rimossa. Si tratta di un gas ecologico, pulito e naturale che, in ottica di economia circolare, viene prodotto riutilizzando i rifiuti organici (“FORSU” ovvero Frazione Organica di rifiuti solidi urbani). Rispetto al metano, il biometano permette di abbattere notevolmente l’emissione di gas serra nell’ambiente: infatti, mentre il metano può arrivare ad una soglia del 35% di emissioni di CO2, il biometano ha una soglia dell’1%.

 

L’impianto di biometano a Ostra – un esempio di economia circolare nelle Marche

In Italia gli impianti di biometano sono ancora molto pochi; nelle Marche ne sono in costruzione cinque o sei, ma quello di Astea ad Ostra è il primo ad essere ultimato. Secondo quanto dichiarato dal Direttore Generale Astea Massimiliano Riderelli Belli, l’impianto trasformerà 32.000 tonnellate annue di rifiuti organici in 3 milioni di metri cubi di metano che verrà immesso nella rete Snam, quindi adatto a riscaldare e fornire energia a 3000 abitazioni. Inoltre, sarà possibile produrre compost per circa 7000 tonnellate all’anno e fertilizzante azotato per circa 2000 tonnellate all’anno. Ciò avrà un grande impatto ambientale, sociale ma anche economico.

L’impianto conta di ricevere frazione organica dalla sola provincia di Ancona che da sola ne produce circa 50.000 tonnellate. La qualità della differenziazione della provincia è buona, se si considera che in media si registra uno scarto del 5%-10%.

astea biometano

Come funziona l’impianto di biometano?

Per prima cosa, la matrice organica in entrata viene vagliata e separata per le parti grossolane al fine di limitare la presenza di plastiche materiali inerti di grande calibro e elementi in ferro. A questo processo di purificazione si aggiunge un’ulteriore selezione nei dissabbiatori, dove eventuali altri parti sabbiose e graniglie presenti vengono eliminate per sedimentazione.  Il materiale viene poi processato nei digestori ad una temperatura costante, il gas in uscita viene raffinato in un processo di upgrading dal quale si ottiene metano per la rete Snam, i sottoprodotti CO2 e Azoto.

L’azoto viene poi recuperato sottoforma di solfato di ammonio utile per le concimazioni agricole. Parte dell’acqua e dell’energia prodotta dal processo viene riutilizzata per il mantenimento dell’impianto stesso. Al digestato in uscita dal processo anaerobico viene prima eliminata l’acqua in eccesso e poi viene unito ai residui vegetali provenienti dalla manutenzione di parchi giardini. La matrice così ottenuta viene compostata per via aerobica in celle chiuse utilizzando aria forzata. Il processo di stabilizzazione dura circa 20 giorni; l’ammendante compostato ottenuto viene nuovamente setacciato per eliminare le parti più grossolane, così da poter essere pronto all’impiego in agricoltura.

La caratterizzazione sarà effettuata sul materiale di ciascuna cella di compostaggio.

Possibili percorsi di progettualità

Visti gli intenti comuni di Astea e di Arca riguardo alla salvaguardia dell’ambiente e all’economia circolare, lo scorso venerdì Arca, insieme all’Università Politecnica delle Marche, Agricolt Brandoni e Gabriele Tanfani ha fatto visita all’impianto di biometano per discutere di eventuali progettualità da realizzare destinate all’agricoltura.

biometano astea

In qualità di società di servizi, ricerca e sviluppo per l’agricoltura, Arca è fortemente interessata ad approfondire la completa circolarità del processo nell’ambito dell’agroalimentare. L’intenzione è quella di sviluppare un progetto che preveda la totale circolarità tra la produzione della FORSU, con particolare riguardo anche alla formazione delle famiglie per la fase di differenziazione, la raccolta, il trattamento e il ricircolo di tutti i prodotti di risulta nel territorio stesso. Dal metano, ai sottoprodotti per l’industria e a quelli per l’agricoltura che riavvierebbero finalmente il ritorno del ciclo delle biomasse nei campi oggi interrotto dalla fine della zootecnia bovina diffusa. Nonché infine avviare il controllo dei parametri ambientali dell’area per esaminarne gli eventuali miglioramenti nel tempo.  Se il progetto partisse, potrebbe diventare un vero e proprio modello ripetibile ed esportabile.

Ringraziamo tutti i presenti alla visita e vi terremo aggiornati sugli sviluppi!

 



Francesca Carbonari
f.carbonari@arca.bio
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